A New York tutto è possibile, anche che un museo adotti sensori hi-tech per monitorare la temperatura e l’umidità nelle sale. “Low Power Mote” è, infatti, il nome della nuova tecnologia a servizio delle opere d’arte messa a punto dal grande colosso americano IBM, recentemente installata e attualmente in fase di sperimentazione presso l’antico monastero nel cuore della Grande Mela, The Cloister, sede distaccata del Metropolitan Museum of Art.
Il progetto, unico nel suo genere riguarda infatti lo sviluppo di un programma di monitoraggio delle opere medievali presenti nel vecchio monastero situato a Nord di Manhattan, The Cloisters Museum & Gardens, un complesso molto antico che ospita arazzi, dipinti su legno, opere in pietra, composto da sezioni all’aperto e al chiuso. Nella fase iniziale, i tecnici di IBM hanno messo a punto un sistema costituito da ben 100 sensori ambientali, distribuiti in 7 ambienti ben distinti del complesso architettonico, che offre informazioni dettagliate in tempo reale 3D sulla temperatura, umidità, e le distribuzioni del punto di rugiada.I sensori sono impercettibili all’occhio umano e sono collegati ad una radio e a un microcontroller in modalità wi-fi.Questo sistema consente non solo di monitorare ad alta definizione il contesto che cattura le sottili dinamiche dello spazio ma, soprattutto, di registrare i livelli di temperatura, umidità, illuminazione e concentrazione di sostanze contaminanti presenti negli ambienti che ospitano i cimeli medievali del Vecchio Continente presenti nell’antico monastero. I dati così ottenuti vanno a confluire all’interno di una mappa climatica tridimensionale elaborata da un terminale che li analizza, in modo da consigliare cambiamenti strettamente climatici, suggerire lo spostamento di un’opera d’arte in un luogo a essa più idoneo e addirittura fare delle previsioni per la sua conservazione futura.In un incontro presso The Cloisters Museum & Gardens di New York, Paolo Dionisi Vici, Associate Research Scientist presso il Dipartimento di Ricerca Scientifica del Metropolitan Museum of Art ha detto “Attualmente nessun altro museo al mondo dispone di questo tipo di informazioni, quanto meno non così dettagliate e accurate. I dati ottenuti ci permetteranno di essere un passo avanti a tutti a livello di tecnologie applicate all’arte”.
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